Se l'amore non ti ha fatto commettere mai neanche la più piccola follia, vuol dire che non hai mai amato (W. Shakespeare)

Shakespeare conosceva molto bene il legame tra amore e follia. Basti pensare ai suoi più celebri personaggi: Ofelia e Amleto, Otello e che dire di Romeo e Giulietta ? Tutti loro sono simboli di quanto l'amore possa condurre alla follia. Ofelia addirittura si suicida per Amleto. Romeo e Giulietta sono due folli invasati che si tolgono reciprocamente la vita pur di non rinunciare al loro amore. Io in questi personaggi ravvedo maschere di follia più che di amore. Ha ragione il grande tragediografo a dire che l'amore può far commettere qualche piccola follia, poiché inevitabilmente qualcosa, in qualche momento sfugge alla razionalità e al calcolo. Eppure c'è follia e follia; non a caso Shakespeare era scrittore di tragedie. Questo significa che la follia amorosa non porta mai a un lieto fine. Cosa ci voleva comunicare allora il nostro autore? Che l'amore fa sempre una brutta fine? Shakespeare era un pessimista? O piuttosto un grande conoscitore dell'animo umano che sapeva che l'amore può compiere due percorsi: condurre alla follia o spegnersi nella noia e nelle abitudini? Per quanto affascinanti siano i suoi personaggi, non credo volesse ispirare nessuno di noi a comportarsi in tal modo. Ecco perché, mi auguro, nella frase citata parla di piccole follie. Quelle sono concesse. Però al tempo stesso sono un limite da non superare. La follia di Romeo e Giulietta non è amore. Da secoli presi a simbolo dell'amore eterno e puro, io credo che nemmeno si amassero. Un amore che porta alla disperazione, alla follia e persino alla morte, non è amore.

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