Mi stupisco sempre. E' l'unica cosa che renda la vita degna di esser vissuta. (Wilde)

Amo le provocazioni di Wilde, anche se talvolta esagera. In questo caso mi chiedo se l'autore dia senso alla sua vita con lo stupore solo per non annoiarsi. La filosofia, diceva già Aristotele, nasce dalla meraviglia, dallo stupore, dalle domande che l'uomo si pone. Wilde certamente ci invita a lasciarci stupire di fronte al mondo. Esistono diverse forme di stupore. In primo luogo, quella di cui parlava Aristotele appunto, la meraviglia intellettuale, il non dare mai nulla per scontato, grigio, appiattito nella banalità della sua esistenza. Dall'altro lato, quando si tratta di vivere, ci sono solo due modi per stupirsi: l'uno si chiama sorpresa, l'altro delusione. La sorpresa è lo stupore di fronte a qualcosa che inaspettatamente accade e che ci rallegra all'improvviso. La delusione l'altro lato della medaglia. Chi si aspetta di dar senso alla propria vita grazie alle sorprese è un povero illuso che rimarrà a mani vuote. Le sorprese esistono, ma non bisogna aspettarsele. Ciò che invece mi stupisce davvero sono le delusioni. Quelle, per gli ottimisti e chi si aspetta giornate di sole, sono invece all'ordine del giorno. Quindi mi viene spontaneo ribaltare la frase di Wilde dicendo che non bisognerebbe mai stupirsi, aspettandosi invece ogni forma di viltà, falsità, cattiveria e ipocrisia da parte del genere umano. Se ogni volta dovessimo stupirci e rimanere delusi, la nostra vita perderebbe gran parte del suo senso. Possiamo permetterci ben poco, oltre a far funzionare il nostro cervello ragionando come Aristotele. Qualche volta ci è concesso il lusso di stupirci delle sorprese. Alle delusioni direi che dobbiamo davvero abituarci. Nessuno stupore.

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