Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso. ( Bertolt Brecht)

Mi sembra talmente ovvia questa frase da non aver bisogno nemmeno di essere commentata. Tuttavia vorrei spezzare una lancia in favore dei perdenti. Ci sono perdenti e perdenti. Due mondi a parte. Chi combatte rischia di perdere e lo farà se non tiene conto dei propri limiti, delle proprie debolezze. In fondo persino Achille, il più nobile dei combattenti, ha perso. Anche lui aveva un punto debole ed era un semidio, figuriamoci noi comuni mortali. Chi combatte alla cieca, si butta nella mischia con tutta la sua forza senza pensare ai propri punti deboli, perderà. Che dire allora di chi non combatte nemmeno? Quella è partita persa a tavolino. Eppure è pieno il mondo di gente e di occasioni in cui non ci sentiamo proprio di metterci in gara.
Vale anche per me. C'è chi si sente più coraggioso su certi versanti e ha paura del fallimento in altri. Sto decidendo di buttarmi un po' di più, anche se è difficile, perché il mio terreno di gara son sempre stati i sentimenti e ho sempre lottato per quelli più di Achille. Le ho anche prese di santa ragione e mai mi son pentita e mai mi pentirò di ciò che ho fatto per amore. Mi serve ancora più forza e più coraggio, perché non voglio mai e poi mai stare nella schiera di quelli che non combattono e han già perso in partenza. Mi metto alla prova, conosco me stessa, cerco di andare oltre i miei limiti. Ha senso così per me la vita. Che dire di chi non ci prova nemmeno? A combattere, cambiare il passato, migliorare, sperare in un futuro migliore? Non sono Dio per giudicare ma non voglio averci a che fare.

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