Non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio, ma gradualmente il nostro desiderio cambia. (Marcel Proust)

Questa frase mi ricorda un consiglio della morale provvisoria di Cartesio, il quale ammoniva che piuttosto che cercar di cambiare il mondo, è meglio cercar di cambiar noi stessi. Saggezza senza tempo. La frase di Proust è molto più malinconica. Si rivolge a quei desideri per i quali la nostra volontà non può nulla, che in qualche modo sono lasciati al destino o in mani altrui. Possiamo cullarli anche per lungo tempo, pur vedendo che non riusciamo a cambiare le cose. Ma gradualmente il nostro desiderio cambia. Non improvvisamente, poiché solo i capricci svaniscono all'improvviso, ma gradualmente. Il tempo cambia tutto, è il nemico inesorabile contro cui nessuno può combattere. Così cambia anche i nostri desideri. Se essi sono davvero profondi, non riuscirà a cancellarli. Eppure mi sembra di notare in questa malinconia una nota di rassegnazione di fronte all'ineluttabile, che per quanto triste mi sembra saggia. Non siamo onnipotenti. La consapevolezza della nostra impotenza, oltre che mutare il nostro desiderio, ci regalerà anche una nota dolce: rappacificarci con noi stessi.

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