Expect less...give more

Mio fratello e mia cognata Claudia (alla quale devo anche la grafica di questo blog), di ritorno da San Francisco, mi portarono un regalo molto gradito. Avevano visitato una cattedrale, al cui centro era stato disegnato sul pavimento un labirinto. Il senso era quello di percorrerlo pensando e meditando sui propri problemi e uscirne purificati e forse un pò rasserenati. Capitalismo vuole che all'uscita della cattedrale ci fosse lo spiritual-shop. Il regalo di mio fratello e Claudia consiste in questo: cinque piastrine metalliche, che io ho infilato a mò di bracciale in un nastro rosa, su ciascuna delle quali è scritto un consiglio per vivere felici. Senza dilungarmi sulle prime tre, le ultime due mi han sempre fatto molto riflettere da che le indosso. Recitano: give more, expect less.

Finora mi è sembrato un ottimo consiglio, saggio, cristiano, caritatevole. Ora comincio ad aver dei dubbi. Dai di più, aspettati di meno. Perchè? Per aver scritto in faccia San Francesco, il buon samaritano o cos'altro? Nessuno di noi lo è. Credo che un pò più di equilibrio non guasterebbe. Il che, attenzione, non significa dare solo per ottenere altrettanto o di più. Significa però che il mio dare, il mio fare, il mio prestare energie, attenzioni, il mio consumarmi, il mio tempo, deve avere un significato. Un'aspettativa è un senso a tutto ciò. Partire su una strada a senso unico che consiste nel puro dare mi sembra insensato, non altruista. Non si può amare nessuno prima di amare se stessi. Amare me stessa vuol dire crearmi delle aspettative; certo devono essere realistiche, ma devo averne, per il mio bene. Quindi cambierei le scritte incise sulle targhette in: aspettati qualcosa, e agisci, dai di conseguenza. Cinica? Egoista? Sensata.