Chiudi alcune porte. Non per orgoglio, ma perchè non sono più adatte alla tua vita. - P. Coelho

Quando chiudiamo delle porte e spesso si tratta di legami con persone, in realtà lo facciamo proprio motivati dall'orgoglio. Prima parlavo dei rimpianti, delle paure come nemici mortali della nostra caduca felicità ed ora ne aggiungo un altro. Accade che una persona ci ferisca, ci faccia arrabbiare a tal punto da non sentirci rispettati, capiti, amati ed allora tagliamo tutti i ponti. Quando ciò accade, è per orgoglio che accade. Altrimenti saremmo disponibili a farci un esame di coscienza, a scavare dentro di noi per capire cosa ha suscitato il comportamento dell'altra persona, a riconoscere i nostri limiti e le nostre mancanze. L'orgoglio ci impedisce anche solo di pensare a compiere questo lavoro su noi stessi. Molto più facile addossare colpe, sentirsi feriti e offesi e chiudere così la porta. In realtà Coelho ci vuol dire che mentre l'orgoglio è un sentimento distruttivo, che non agisce per il nostro bene e la nostra serenità, è un altro il motivo per cui chiudere certe porte, ovvero che quei legami non ci fanno stare bene, ci provocano del male, non agiscono verso la serenità e la nostra felicità. Questo non è orgoglio, è amore per se stessi e credo intercorra una grossa differenza fra i due. Mi vien da pensare che al contrario ci sono persone che proprio per orgoglio non chiudono certe porte. Come il rimpianto, anche l'orgoglio è figlio secondogenito della paura. Qual è il male peggiore? Peggiore della morte e del dolore, poiché senza dubbio ne è causa con estrema facilità? La paura. Così esistono persone che non chiudono porte, dicono, per orgoglio e lo dicono tra l'altro orgogliosamente. Come se fosse un vanto, un pregio, una virtù, quando invece è una malattia mortale.

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