Abitudini


Inutile cercare di togliersi un’abitudine con la volontà; si smette solo quando si arriva al punto di saturazione, alla nausea e
all’esasperazione. Si trionfa solo di ciò che si odia, dopo averlo amato. Questa è una delle classiche citazioni che solo chi ha vissuto in prima persona può condividere. Ovviamente non si può assolutizzare dicendo che sia valida per tutti; vi sono volontà che spaccherebbero in due le montagne. Tuttavia quando si tratta di un'abitudine da sradicare, il terreno diventa insidioso. Non siamo altro che un'accozzaglia di abitudini, secondo David Hume, per cui che senso avrebbe estirparle se fondano la nostra essenza? Ma no, a noi piace più sentirci dire che il nostro animo riposa su nobili ideali, che sono quelli, i nostri valori ,a forgiare la nostra vita. Io concordo con Dostoevskji quando dice: "un essere che si abitua a tutto; ecco, credo, la miglior definizione dell'uomo". Sì, persino a soffrire ci abituiamo, per quanto andiamo cianciando che vorremmo disperatamente esser felici. Ma un'abitudine non se ne va. Ci si deve lottare contro con tutti se stessi allora, la si deve proprio odiare, cosa possibile peraltro, solo dopo averla amata. E anche nell'odio e nel dolore resta pur sempre un'abitudine, un nemico ancor più ostico della paura. Poichè c'è una certa nobiltà d'animo nello sfidare le proprie paure. Ma lasciare un'abitudine, richiede uno sforzo quasi incomprensibile. In fondo, ci siamo abituati, siamo noi, è la nostra vita. Si è meno motivati. Per cui credo anche io come l'autore dell'aforisma (Cioran), che si debba davvero arrivare all'odio per abbandonare un'abitudine. Ma l'odio, come il vero amore, non è sentimento da tutti.


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