La differenza fra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza. (Lev Tolstoj)


Quella in cui viviamo è una civiltà in cui, dietro l'apparente omologazione del mondo globale, nascosta dietro la facciata, come ricorda il famoso Faccialibro, della comunicazione in tempo reale, si cela una terribile paura, quella del diverso.

La diversità genera, e le pagine di cronaca quotidiana lo testimoniano, un terrore reale, tangibile che porta a trincerarsi dietro muri di "No", odio e violenza. 
Non è facile retorica a commento di stragi terroristiche, ma una riflessione su quanto siamo suscettibili ad illusorie apparenze che non sono altro che varietà. 
Varietà genetiche, economiche, di stile di vita, di gusti sessuali, di pratiche religiose, di abitudini.
Non sono altro che varietà di una stessa sostanza, l'essere umano, nelle multicolori sfaccettature del suo dna e della sua cultura.
Esiste invece, come ricorda lo scrittore russo, un'unica vera linea di demarcazione fra gli esseri umani, un unico criterio su cui andrebbe basato un giudizio. C'è un unico parametro che separa realmente me da un criminale: l'accesso alla conoscenza.
Tutte le altre sciocchezze che chiamiamo diversità, il nostro Dio, il colore della pelle, il linguaggio, il sesso, la condizione economica, l'aspetto estetico, il guardaroba, il lavoro che facciamo, il cibo che mangiamo, non ci rendono così profondamente diversi quanto l'avere, o meno, accesso alla ricerca della sapienza. 
Ho avuto la fortuna di poter crescere guidata da persone, insegnanti, filosofi, scrittori, scienziati che mi hanno regalato chi un sentiero, chi le scarpe, chi un gradino, chi una chiave per vivere in cammino verso e nella conoscenza. 
I grandi pensatori della storia mi hanno fatto dono dell'accesso alla conoscenza, come è vero che la mia famiglia e la mia curiosità mi hanno dato accesso al loro sapere e alle loro grandi idee. Ma oltre a ciò, e senza darlo per scontato (basti cercare su Google analfabetismo mondiale 2017 per rabbrividire), ciò che fa la differenza è non smettere mai di chiedersi: "Quanto sono lontano dalla conoscenza? Quanto è ancora buio nella mia mente? Quante paure figlie dell'ignoranza stanno condizionando la mia vita?"  
E soprattutto, se la differenza tra me e te è il solco scavato dall'ignoranza, la vera domanda diventa: "Cosa posso fare per avvicinarci?" 

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