Ce la posso fare..

ce la posso fare.
ce la posso fare?
certo, magari continuando con questo ritmo di scrittura: un post ogni tre anni. non male. d altra parte, la velocità è sopravvalutata, le cose sono sopravvalutate, i prodotti sono sopravvalutati, le idee, gli eventi, le morti e le vite. che viva il nichilismo!
trovare un senso alla propria esistenza, o al proprio essere, che non sono proprio la stessa cosa, è l unico scopo. anche se più che sensi, spesso si trovano giustificazioni.
e anche qui, senso e giustificazione NON sono la stessa cosa. Quindi trovare un senso. ma in ciò ripeto quanto detto sopra, ovvero: conta più cercare un senso che trovarlo. Perchè chi cerca trova. mamma mia che luogo comune degno di Mattia. Mattia è il mio grillo parlante, l'altra metà della mia coscienza. Mattia ama i luoghi comuni. A proposito di Mattia, sto leggendo un libro da lui consigliatomi, FUORI PROGRAMMA, di Andrea Pezzi, nel quale, fra le altre cose, l'autore definisce la vita come un gioco di intelligenza. Ci può stare, anche se sottolineerei più la prima parola della seconda. Se dovessi descriver la vita come un gioco, mi verrebbe in mente scarabeo, o qualcosa del genere. La vita è un gioco linguistico. Variando codici, stili, significati e significanti, cambia il modo. Esse est percipi, diceva Berkeley. L'essere è l'essere detto. come negarlo?

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