E se mi abbracci è come entrare in casa sapendo che non ci si può restare. (Isabella Leardini)

Hai ragione tu. A non parlarmi più. Ho capito che, anche senza parole, ci capiamo lo stesso. Anche se non vogliamo, in un qualche luogo inconscio, istintivo e primitivo dei nostri esseri ci capiamo. 
Volevo sempre parlare, volevo sentirmi dire quello che mi serviva , e tu non volevi sentirti dire i tuoi desideri . Così abbiamo smesso di parlare a voce e di ascoltare con le orecchie, ma tanto ci sentiamo lo stesso. Ho sempre saputo che trovare un equilibrio fra me e te sarebbe stato difficile, e non era questione  di carattere, ma di cosa vogliamo, vorremmo,  e non possiamo o  non potremmo fare fra di noi. 
Lo è ancora, difficile. 
Non ci possiamo fare nulla, oggi. Quando le condizioni cambieranno, sarà facile. Sarebbe così facile. 
Non mi è possibile esser arrabbiata con te, né ignorarti , neanche se lo volessi potrei . Perché ti voglio bene, mi piaci , mi piace  tutto di te, voglio bene anche ai tuoi difetti. E non  è una cosa che posso, anche se tanto mi ci sono impegnata, mettere a tacere . A volte sono triste, quando mi rendo conto di quanto sto bene con te e di quanto posso farti star bene, e poi realizzo che svanisce tutto come una nuvola in cielo, perché non faccio parte della tua vita più di quanto una nuvola passeggera non riempia il cielo. 
La tristezza è un prezzo caro da pagare . La rabbia, l'orgoglio ferito, la solitudine, tutti cari costano. Ma in nessun caso posso pagare il prezzo dell'indifferenza verso di te. Non ho soldi nell'anima a sufficienza per ignorarti. 
Se un demone mi dicesse: "Non lo abbraccerai mai più" mi si spezzerebbe il respiro in bocca. Ma anche allora non potrei smettere di volerti bene. Che senso ha vivere una vita a proteggersi da chi amiamo risparmiando tutti i costi che questo comporta? Mi devo proteggere, e al tempo stesso volerti bene mi spoglia. Ma non è un dilemma. Volerti bene, nonostante tutto, trascende il volere, fa parte di me, come il mio proteggermi. 

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