Una volta aver provato l'ebrezza del volo, quando sarai di nuovo coi piedi per terra, continuerai a guardare il cielo. ( Leonardo Da Vinci)
Da un genio, sperimentatore impavido come Leonardo non ci stupisce questa frase. Sono sicura però che possa valere, così mi auguro, per ciascuno di noi comuni mortali. La metafora del volo è quella dell'uomo che per fortuna o per coraggio riesce a sperimentare qualcosa di eccezionale. Si può trattare di un viaggio, al quale si continuerà a ripensare, di una scoperta, per la quale si continuerà a non dormire la notte. Si può trattare dell'esperienza più divina e profonda che si possa provare, l'amore. Ah quello dà un'ebbrezza che solo chi non ha mai amato può confondere e barattare con qualcos'altro. Poi capita, come sempre accade nella vita, che la cosa finisca. Tutto finisce, tutto passa, grazie al cielo il bene come il male. Eppure per chi ha sperimentato l'amore, niente sarà mai più come prima. Niente tornerà come era prima. Non solo ne sentirà la mancanza, in senso negativo, nostalgico, ma profondamente una parte di sé continuerà a viverlo, dopo che è finito. Ci sono esperienze, lutti, delusioni che lasciano cicatrici che continuiamo a guardare e anche se non le guardiamo sappiamo di averle. Nel caso del cielo dell'amore, esso è una forza talmente potente che anche quando saremo atterrati magari in malo modo, magari tremanti, magari malfermi sulle gambe, nulla impedirà al nostro sguardo di continuare a guardare all'insù e a sognare. Come ci sono le ferite, che passano ma lasciano segni, così ci sono i sogni che in qualche modo una volta vissuti non ci lasciano mai.
Commenti
Siamo, oggi, tutto quello che siamo stati nei giorni passati..